Massoneria

L'Istituzione dei Liberi Muratori (Massoni) ha un unico obbiettivo, identificato nell'elevazione e nel progresso dell'uomo e, conseguentemente, dell'umanità intera. Per conseguirlo, non sceglie il metodo dell'insegnamento, peraltro inapplicabile e quindi escluso nel campo esoterico, ma la ricerca personale, propiziata dall'impegno collettivo nel Tempio, arricchita dall'esperienza dei singoli, stimolata dall'emulazione e rafforzata dall'esempio. Ciò perché la Massoneria non ritiene di avere Verità da trasmettere, pur ribadendo la validità di valori morali validi in ogni tempo e luogo, espressi nell'esaltazione suprema della libertà materiale e spirituale, diritto-dovere d'ogni essere umano e di qualsiasi consorzio civile.

Da La Luce massonica, vol. 1, di Angelo Sebastiani, Hermes Edizioni

 

Il Mistero delle Origini

Le origini della libera muratoria rimangono tuttora avvolte in un fitto mistero. Benché sia stata ipotizzata una continuità tra i collegia fabrorum romani, o corporazioni di mestiere istituite già nella Roma arcaica, e le corporazioni medioevali di muratori, per il tramite di maestranze bizantine o italiche (tra queste, i cosiddetti magistri comacini) operanti nell’alto Medioevo, nessuna prova documentaria è ancora emersa al riguardo.
Durante il medioevo, nei principali Paesi europei vennero a costituirsi numerose gilde o confraternite di muratori, in connessione con la ripresa delle costruzioni religiose e civili, in molti casi sotto il patronato o la direzione degli ordini monastici.
Si ha notizia infatti di diversi statuti o carte contenenti una disciplina del mestiere, dei rapporti reciproci tra membri delle corporazioni, tra membri e apprendisti, etc., ma soltanto negli antichi documenti inglesi e scozzesi sono riscontrabili elementi peculiari rinvenibili in seguito nella massoneria moderna, quali le allusioni a segreti del mestiere e a segni o modi di riconoscimento riservati agli operai ammessi nella corporazione.
Sono sopravvissute fino a oggi corporazioni di mestiere, tra cui quelle dei muratori e dei carpentieri, denominati rispettivamente compagnons in Francia e steinmetzen in Germania, caratterizzate da un apparato simbolico e da “leggende” del mestiere che presentano affinità con quelle massoniche e che quindi possono essere indicativi dell’appartenenza a un ceppo comune, per quanto remoto. Nondimeno, quando dopo il 1717 si verificò la diffusione della moderna massoneria inglese sul continente europeo, nei diversi Paesi non avvenne alcun travaso dalle preesistenti corporazioni di mestiere alla nuova organizzazione, che era ed è da considerare una diretta filiazione inglese.
Nei quasi tre secoli trascorsi dalla fondazione della Gran Loggia di Londra (1717), che segnò formalmente o convenzionalmente l’atto di trapasso dall’antica massoneria di mestiere o operativa a quella moderna o speculativa, sono state proposte varie teorie a spiegazione della specificità di essa rispetto a tutte le altre organizzazioni di mestiere, consistente nel suo patrimonio simbolico ed esoterico. Sono stati chiamati in causa il
sacerdozio egiziano, i misteri eleusini, i pitagorici, gli esseni, le sette gnostiche e zoroastriane, il mitraismo, i druidi, il sufismo persiano e arabo, la qabbalah ebraica, i Templari, i catari, i Fedeli d’Amore, gli alchimisti, l’ermetismo rinascimentale, i Rosa Croce: in breve, l’intero retroterra esoterico della civiltà occidentale e del vicino Oriente.
Nonostante una pluralità di sorprendenti affinità e talvolta di coincidenze, nessuna vera prova sussiste in merito a eventuali rapporti di identità o di continuità tra qualcuno di questi supposti antecedenti e la massoneria. Diverso è il discorso per quanto concerne l’influenza che alcuni di essi possano aver esercitato nel processo di formazione della massoneria moderna, con riguardo soprattutto agli ultimi sopra menzionati. Evidenti innesti da talune eredità sapienziali, anche remote, sono ben attestati nella storia della massoneria ed emergono nitidamente dall’esame dei suoi rituali, in particolare per quanto concerne i diversi “sistemi ad alti gradi” che fin dalla prima metà del XVIII secolo vennero a stratificarsi sopra i gradi originari della massoneria di mestiere.

La massoneria soggettivamente si richiama a una tradizione iniziatica, trasmessa da uomo a uomo fin da epoche immemorabili, e perciò tale che la sua fondazione non può essere situata in un’epoca storicamente determinata né essere attribuita all’opera di un singolo uomo o gruppo di uomini. Conforme a questi presupposti, le origini della massoneria sono leggendarie o mitiche e, nella sua interna concezione, l’iniziazione muratoria non differisce dalle iniziazioni delle età più antiche, con le quali intrattiene rapporti di singolare somiglianza, al punto che, come si è detto, ne sono state ipotizzate le ascendenze più disparate e remote.
Ne consegue che accanto alla storia reale della massoneria, per tale intendendo quella ricostruibile attraverso gli usuali strumenti della ricerca storica, ne sussiste o acquista rilevanza un’altra, anch’essa “storia” ma in senso molto peculiare, o più propriamente metastoria, che prescinde dal dato documentario e s’inscrive in un orizzonte diverso, nel quale i nomi, le date e gli avvenimenti s’inseriscono nella dimensione sacrale del
simbolo e acquistano un significato “altro” rispetto a quello profano. Le due “storie” non si escludono reciprocamente, ma confluiscono entrambe in una nozione di tradizione leggibile e decifrabile secondo almeno due ottiche diverse, quella della lettera e quella dello spirito, governate da scritture e da cifre non omogenee.

Segreto e Riservatezza

Società iniziatica e non “società segreta”, la libera muratoria si fonda tuttavia su un “segreto”, cioè su un contenuto “non comunicabile” e “non esprimibile”, la cui conoscenza è possibile soltanto attraverso l’esperienza vissuta dell’iniziazione. Il vincolo del segreto sui riti iniziatici è ben attestato dall’antichità pre-cristiana, ma si ritrova anche successivamente. Curiosamente una delle migliori definizioni del segreto iniziatico è dovuta all’avventuriero veneziano Giacomo Casanova, come questi la espose nelle sue Memorie:
Coloro che si determinano a farsi iniziare liberi muratori soltanto per pervenire a conoscere il segreto, possono sbagliarsi, perché può capitar loro di vivere cinquant’anni maestri muratori senza mai giungere a penetrare il segreto di questa confraternita…
Il segreto della libera muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato. Egli non lo ha appreso da alcuno. L’ha scoperto a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre. Quando egli vi è pervenuto, si guarda bene dal partecipare la sua scoperta a chicchessia, fosse anche il suo miglior amico massone, poiché, se costui non ha avuto il talento di penetrare il segreto, non avrà neppure quello di trarne partito apprendendolo oralmente. Questo segreto sarà dunque sempre un segreto.
Tutto quello che si fa in loggia deve essere segreto; ma coloro i quali per una disonesta indiscrezione non si sono fatto scrupolo di rivelare ciò che vi si fa, non hanno certo rivelato l’essenziale. Come avrebbero potuto rivelarlo se non lo conoscevano? Se l’avessero compreso, non avrebbero rivelato le cerimonie.

Dal libro "La Massoneria - Storia, Miti e Riti" di Natale Mario di Luca, pubblicato dall’Atanòr nella primavera del 2000.